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Raffaele Buccolo
Sono le ore 20 di sabato 7 marzo e come di consueto, quando torno al sud, quando torno a casa, mi trovo a passare delle ore nel bar dei miei genitori. Osservo i chicchi di caffè mentre vengono tritati. Verso un bicchiere di vino. Servo dei taralli ad un cliente.
Una tazza di caffè, un bicchiere di vino e una bottiglia di igenizzante in gel per i clienti compongono una linea perfetta sul bancone.
“Sei fortunato, è l’ultima e non ne avremo fino alla prossima settimana” mi dice la commessa mentre mi appresto a pagare la bottiglietta di igenizzante mani. Allora inizio a riflettere. Industrializzazione e modernismo ci hanno insegnato che noi possiamo avere tutto, in quantità e tempi che noi decidiamo. Se devo pensare ad un’espressione dei nostri anni, non ho dubbi: “Non abbiamo limiti, non c’è bisogno di averne”. Da un lato si produce e da un altro si consuma. E’ una legge universale. La produzione non è un problema e l’abbiamo sempre vista come qualcosa di onnipresente ed infallibile. Non ho mai sentito l’assenza di una necessità.
Fino a 5 minuti fa.
In una semplice composizione di 4 elementi, un elemento era “l’ultimo fino alla prossima settimana”, un elemento era la fallibilità umana.
Un piccolo bisogno ha messo in crisi noi, la nostra industrializzazione, il nostro essere tecnologico, infallibile ed iperconnesso. Un gel.
Quando ero piccolo fantasticavo chiedendomi: “Come fanno ad esserci così tante auto, chi le produce, da dove vengono? Credo di non aver mai avuto una risposta veramente soddisfacente. Mai nulla era finito per davvero. Non è mai finito il petrolio, non è mai terminata la pasta, non è mai terminato il pane. Perché se c’è una cosa che non abbiamo mai vissuto, nella nostra generazione, è la mancanza.
“Prezzi shock per l’amuchina, bottigliette da 200 ml vendute a 20 euro”. “Italia da psicosi, la corsa all’amuchina impazza, non si trova più”. Non è l’ amuchina in sé, quanto il simbolo di qualcosa che manca. Non avevamo mai avuto mancanza di una necessita. Non avevamo mai sentito questo, fino a 3 settimane fa. Mentre scrivo questo piccolo pensiero l’iPhone mi aggiorna. “Pronto un nuovo decreto per serrare 11 province del nord italia”. Chiuderà anche la mia seconda casa, e la mia terza.
Non è la prima volta che abbiamo fallito come uomini, falliamo ogni giorno, quando a 3000 chilometri dalle nostre sicurezze si muore ancora di fame, ed i nostri eccessi sono bisogni di un altro individuo.
Non è la prima volta che abbiamo fallito, ma è la prima volta che ce ne siamo resi conto.
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