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Mario Francese è stato un cronista del Giornale di Sicilia, precursore delle grandi inchieste italiane, tra i primi ad affiancare alla cronaca di un avvenimento, una più approfondita indagine. Mario Francese per primo raccontò la Palermo di Totò Rina, Luciano Liggio , Gaetano Baldalamenti e per mezzo delle sue indagini riuscì a tessere la complessa rete di Cosa Nostra.
“Mariuzzo, ma chi te lo fa fare? gli ripetevano incessantemente i suoi colleghi, mentre Mario, tra una sigaretta ed un incessante rumore di continui colpetti sulla macchina da scrivere, si apprestava a denunciare ogni abuso della sua terra.
Però la storia di Mariuzzo bisogna raccontarla per intero. Francese scriveva ed investigava incessantemente. Le sue ultime firme avevano come tema la diga Garcia, un maxi appalto di costruzione ai cui vertici dirigeva un certo Riina Totò.
Proprio a favore di questa vicenda Francese aveva creato una inchiesta giornalistica composta di 6 puntate con nomi e cognomi di tutti i soggetti coinvolti. In questa mega inchiesta si portò alla luce l’ascesa al potere del clan dei Corleonesi. Indagini successive del figlio Giuseppe portarono alla luce una rete di relazioni tra l’allora direttore del Giornale di Sicilia e una cerchia di boss.
La diga Garcia
La diga Garcia è stata per anni considerata emblema della malavita corleonese. Dal 2013 la diga è stata intitolata a Mario Francese, proprio per le sue inchieste che riuscirono a mettere a nudo i malaffari intorno a questa costruzione. La diga fu pensata negli anni 60 e completata negli anni 80, L’idea della diga era favorire e sviluppare il lavoro agricolo ma nei 20 anni di costruzione si lasciò alle spalle una serie di omicidi e denunce.
Mario Francese fu ucciso il 26 gennaio del 1979, mentre usciva dalla redazione del giornale. L’esecutore materiale fu Leoluca Bagarella con mandanti Totò Riina, Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco e Bernardo Provenzano. Francese fu l’unico giornalista ad intervistare Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina e sorella di Leoluca.
La storia di Francese, però, fu del tutto dimenticata per anni, come era rito nella Sicilia degli anni 60 fu indicata come una morte “pi fimmine”. Solo nel 2001 a venti anni di distanza dal suo omicidio, la Cassazione si pronuncia dicendo che: “ fu di Francese l’operare collegamenti tra i fatti di cronaca più significativi, di interpretarli con coraggiosa intelligenza, e di tracciare così una ricostruzione di eccezionale chiarezza e credibilità delle linee evolutive di Cosa Nostra”.
Mario Francese ebbe giustizia per un incessante e disperato impegno da parte dei suoi due figli. Il più piccolo, Giuseppe, si tolse la vita nel 2002, dopo aver reso giustizia a suo papà con una incessante ricerca che portò avanti per tutta la sua vita.
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