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Giorgia Persico
Lunghi capelli neri segnano il viso di Levante, artista eccentrica ma silenziosamente elegante protagonista nel suo mondo di specchi nel Caos delle stanze stupefacenti, titolo del suo album fuori dal 7 aprile 2017, “caduta nelle sue riflessioni, nuda e cruda”. Nei suoi pezzi non ha paura di raccontare le sue emozioni, le scrive poi le canta, c’è la sua anima dentro.
Sicilia, il suo “Stretto necessario”
Il 23 maggio 1987, sotto la costellazione dei gemelli, dominata dall’aria nasce a Caltagirone Claudia Lagona, in arte Levante. Fino a 14 anni vive a Pelagonia, terre siciliane nella provincia di Catania. “SalealSud” per trasferirsi a Torino, poi Leeds nel Regno Unito. Quelle origini le ha intonate insieme a Carmen Consoli, artista dei Fiori d’arancio e dalle Parole di burro.
Chi meglio di lei poteva sentire nel cuore quella terra?
Ebbene, le due hanno unito i graffi delle loro voci dando vita allo Stretto necessario, singolo uscito la scorsa estate. Musica e immagini – il video firmato Warner Music Italy è stato girato fra l’Oasi di Vendicari, Catania e Portopalo di Capo Passero – diventano diari di ricordi, fotografie di “facciate mai finite, Madonne chiuse in una teca, tende spiegate, campagne in fiamme, panni stesi ad asciugare al sole e atti di dolore”.
Il brano si inserisce nell’album Magmamemoria fuori dallo scorso autunno, “è il nome che ho saputo dare alla mia nostalgia”, spiega Levante in suo post, “è il ricordo che brucia”. “Magmamemoria è nel per sempre per chi ha radici e non esiste per chi riesce a tagliare ogni contatto con ieri, la memoria è eterna. Sopravvive all’uomo”. In quel magma di passioni non resta escluso neppure il folklore per Santa Rosalia, nome di sua nonna. In una foto la tiene per mano e la definisce “la Sicilia forte, testarda, di cuore, generosa, discreta, piena di dignità che io ho avuto la fortuna di vivere”.
Si descrive come inventrice ed esploratrice, il suo pseudonimo, lo racconta in un’intervista a Vanity Fair, nasce in Sicilia; una sua amica dopo aver visto Il Ciclone di Pieraccioni decide di soprannominarla così: Levante. Nella sua intima confessione si scopre che quel nome ha il significato di alzarsi in piedi, contrapposto a Claudia da “claudicante”, zoppa. Continua:”Levante mi ha dato delle ali per risollevarmi, quando a nove anni la mia infanzia felice è stata interrotta dalla morte di papà”.
Solidarietà per il mondo della musica
Il passato ha un particolare significato simbolico nella vita della cantautrice ma il presente non resta escluso. Nell’anno dell’epidemia mondiale si è impegnata a denunciare il silenzio nei confronti del mondo della musica; in un suo post, mentre tiene in mano la cornetta di un “telefono bianco” circondata da fiori appassiti ma colorati, scrive: “è il momento di diventare una forza unica per riformare un settore pieno di criticità antecedenti al covid-19 e certamente amplificate da questo momenti di crisi. Il mondo della musica conta centinaia di migliaia di lavori, molti dei quali invisibili. Utilizziamo la nostra voce per raccontare di un settore di lavoratori e di professionisti in grado di muovere economie di rilievo e un gigantesco indotto per l’intero paese mentre crea valore sociale e culturale”.
Con provocazione racconta la società, come nell’ultimo singolo Tikibombom, in gara a Sanremo lo scorso febbraio, e disponibile nella Home Version dove le lancette di un orologio scandiscono quel tempo in Lockdown rallentato, ore noiose anche per una star. Nei suoi testi fra profumi del mare e paradisi malinconici si racconta, a volte, il disagio e l’ipocrisia. “Che vita di merda”, cantava, ma Andrà tutto bene (titolo di un suo singolo) nonostante tu ti senta “fuori tempo limite, contro ogni previsione e hai perso il desiderio della rivoluzione”.
Buon Compleanno Levante.
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