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Come si può raccontare l’11 settembre? Raccontando ciò che vi era prima, e ciò che c’è stato dopo.
Il mondo prima dell’11 settembre non aveva conosciuto ancora la paura del terrorismo. Non aveva provato paura prima di prendere un volo, non aveva mai visto il crollo della più grande potenza mondiale. Le nostre strutture cognitive erano diverse. Era diverso il modo in cui ci approcciavamo ad altre civiltà, usi e culture. Era diversa la nostra visione di multiculturalismo. Era diverso persino il modo di vedere un avvenimento, è cambiato il modo di raccontarlo; l’11 settembre erano tutti lì, con gli occhi al cielo, a dover raccontare corpi di persone che si infrangevano sull’asfalto. Ci sono stati altri attentati, come la metro di Tokio nel 1995, ma nessuno di questi aveva davvero riguardato tutto il mondo.
L’11 settembre morirono 2603 persone, di cui 24 mai più ritrovate. Il 12% di queste provenivano da 65 paesi, da ogni parte del globo, compresi 10 vittime di nazionalità italiana.
Almeno 200 persone saltarono giù dalle torri gemelle in fiamme
11 settembre 2001- i fatti
L’11 settembre l’America è stata vittima di una serie di 4 attacchi suicidi coordinati aventi come obiettivo le due torri gemelle, il pentagono ed un terzo obiettivo non raggiunto da un aereo infrantosi in Pennsylvania. Oggi la matrice degli attentati viene riconosciuta in un commando di terroristi appartenenti ad al-Qaida, sebbene ci sono diverse correnti complottiste con diverse ipotesi di matrice. Quel giorno i morti toccarono, complessivamente, 3000 persone e 6000 feriti. Quattro aerei di linea appartenenti ad United Airlines e American Airlines furono dirottati da 19 terroristi. Il volo 11 e il volo 175 furono fatti schiantare contro le torri gemelle alle 8:46, a distanza di diciassette minuti. Le torri crollarono completamente in 1 ora e 42 minuti. Il terzo volo andò a colpire il Pentagono, l’attacco fece crollare la facciata ovest del palazzo. Il quarto aereo, invece, ipotizzato avesse come obiettivo Washington, precipitò in un campo della Pennsylvania, questo grazie ad una rivolta in volo dei passeggeri. Nel 2004 Osama Bin Laden si dichiarò colpevole dei fatti dell’11 settembre.
The Falling Man
La storia di Ben Sliney
Sono le ore 8:00 dell’11 settembre 2001 e per Ben Sliney è il primo giorno di lavoro da dirigente della FAA, aviazione federale americana, è lui ora a comandare il traffico di New York. Finalmente Sliney, dopo 25 anni a dirigere il traffico aereo, è passato alla direzione. Passano 46 minuti e per Ben Sliney diventa il giorno più importante della sua vita. Le decisioni vanno prese rapidamente, tutto si inserisce tra il primo e il secondo attacco, nessuno sa cosa sta accadendo. Tutti hanno paura, ma Sliney, che ha il compito di garantire la sicurezza nei cieli americani, dopo aver preso coscienza del caos generale prende una decisione mai presa prima di allora. Chiudere lo spazio aereo americano e far atterrare tutti i 4500 aerei nei rispettivi aereoporti più vicini. Dopo 5 anni il comitato d’inchiesta sulle torri gemelle riconoscerà la grande capacità e freddezza di Ben Sliney.
Rich Rescorla, l’uomo che salvò 2700 persone
Rescorla quella mattina era al suo posto di lavoro. Curava tutti gli aspetti della sicurezza per la banca d’affari Morgan Stanley con sede all’interno di una delle due torri. Mentre il primo aereo impatta sulla torre, Rescorla viene subito contattato dalle autorità portuali, chiedendo al sergente di temporeggiare e mantenere la calma. Per sua unica iniziativa, Rescorla prende le 2700 persone presenti e le conduce pian piano all’esterno mettendole in salvo. Nel mentre i testimoni racconteranno che Rescorla intonava canti della Cornovaglia per tenere alto il morale di tutti. Il corpo di Rich Rescorla non verrà mai trovato e gli ultimi ad uscire riferiranno di averlo visto al decimo piano mentre saliva per portare giù più civili possibili.
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