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Giorgio Diritti al Parma Film Festival: “è stata una bellissima avventura”
Zombie, il cortometraggio di Giorgio Diritti, – regista di Volevo Nascondermi, film vincitore dell’orso d’argento grazie all’interpretazione di Elio Germano in Ligabue- è invenzione dal vero. Presentato alla 23 esima edizione digitale del Parma Film Festival invenzione dal vero è prodotto da Arancia film con Rai Cinema. L’ incontro con il regista è stato coordinato da Benedetta Bragadini critica cinematografica e giornalista di Rolling Stones e Filiberto Molossi, vicecaporedattore e critico cinematografico della Gazzetta di Parma. È il nono evento di un programma che ha celebrato in apertura Federico Fellini in occasione del centenario della nascita e premiato SKAM Italia.
A raccontare la genesi del corto è lo stesso regista, ma appare inevitabile parlare di ciò che è significata la pandemia nel settore cinematografico. Diritti parla di un “salto spazio-temporale”; dopo il rientro da Berlino per la premiazione , “nel giro di mezza giornata, a Milano, era già tutto chiuso“
Zombie nasce da un percorso di didattica della scrittura per il cinema coordinato da me ma anche grazie ad Alfredo Valla ed altri professionisti. Alla fine di questo corso c’era l’idea di realizzare un corto e, siccome i lavori dei ragazzi avevano degli spunti interessanti, ho deciso di prendere in mano una di quelle sceneggiature. Secondo me dice qualcosa anche in un tempo molto breve.
Il luogo dei giovani scrittori per il cinema è la Fondazione “Fare Cinema” nata a Bobbio nel 1995 per opera di Marco Bellocchio. “È stata una bellissima avventura grazie alla sinergia nata con la Fondazione. Un’esperienza che mi ha arricchito sia nel contenuto ma anche nella dimensione del fare, in un’atmosfera dove erano coinvolti molti giovani”.
Ragazzi di età compresa fra i 25 e i 35, specifica Diritti, ha ascoltato le loro storie apparse diverse rispetto a quelle della sua routine. Dalle parole del regista si coglie l’intento umano e profondo, delle volte ha paura di cadere in discorsi pseudo moralisti, si percepisce l’interesse nell’ascoltare e leggere racconti di vita vissuta. “Non stiamo qui a fare dei compitini“, ha detto ai suoi allievi, “ parliamo di qualcosa di autentico, narrate la vostra vira, le vostre esperienze“. Ed è così che “sono venuti fuori una serie di soggetti che avevano una discreta densità“. Il cortometraggio, specifica il regista, non è figlio di un’esperienza diretta ma di un collage di sensazioni e trasformazioni, un sentimento vero.
Zombie è una sintesi in cui si fondono le contraddizioni di un momento di festa molto sentito dai bambini (Halloween) con le solitudini e distorsioni conflittuali di genitori che, nella loro incapacità di distinguere i ruoli, trasformano un po’ tutti in morti viventi. Se la divisione si trasforma in scissione distruttiva, i figli diventano vittime inconsapevoli ed in alcuni casi strumentali di questi conflitti, rischiando di subire un’alienazione parentale.
L’incontro, nella pagina Facebook del Parma Film Festival, è così introdotto. Le parole sono del regista e anticipano il tema: l‘alienazione parentale. Concetto filosofico, psicologico, giuridico e marxista. L’elemento in comune è il trasferimento. Il proprio sé è intrappolato in una vita frenetica e tumultuosa. Un tema ricorrente nel cinema del regista, presente anche in Volevo Nascondermi. “Non c’è nulla di meditato” – risponde Diritti quando gli viene chiesto il perché di questa scelta- . Ad accompagnare l’alienazione è la diversità o meglio il valore della diversità; “Perché?“ “Mi viene da far così. Nello sguardo di queste persone colgo un punto di vista personale per guardare il mondo e la società che altrimenti diventa più una rappresentazione”.
La festa di Halloween è alienazione, si abbandonano per un sera le proprie identità ma ad una non si può sfuggire, quella del genitore. Il corto indaga la responsabilità di chi dovrà garantire protezione al proprio figlio e non farlo diventare protagonista di una trama amorosa. La bambina funge, in questo corto, da strumento. Bussare alla porta dell’amante del padre con un travestimento, ed esordire “Dolcetto o scherzetto?”.
Quando ci sono dei problemi tutti diventiamo un po’ zombie perché perdiamo la nostra identità. Ci trasformiamo nell’imitazione di noi stessi, tema che interessa tutta la società. Molto spesso siamo alla rincorsa di qualcosa da imitare, copiare, non ci sentiamo soddisfatti e forse non ci rendiamo conto che anche in quello diventiamo degli zombie. Il sistema mediatico ma soprattutto quello del consumo della proposizione continua di stereotipi di immagini di prodotti ecc. ci porta a fare certe volte delle cose di cui non siamo pienamente consapevoli ma siamo spinti da qualcosa che ci induce a fare delle cose diverse. Ovviamente sono dei meccanismi sottili e non così invasivi come quando si vanno a toccare i sentimenti e i rapporti fra le persone.
Grazie all’intento dell’Associazione, Zombie ha un certo spessore autoriale, come sottolinea lo stesso regista. Secondo Diritti, è importante per un regista fare del cinema che non sia solo intrattenimento ma che sappia darci anche un punto di vista sul mondo. Un’occasione di crescita, guardare o leggere una storia pensando alla nostra vita.
Particolarmente attiva la partecipazione del pubblico, e nella chat di Facebook dove l’evento è andato in onda in contemporanea alla piattaforma Zoom, qualcuno chiede: “Quale punto di vista ha adottato? Genitore o Figlio?” “Vedrete e capirete” – risponde Diritti. Data l’importanza riservata alla diversità credo che sarebbe stato troppo facile sentirsi figlia, il diverso è il genitore. Scombina quelli che sono i propri doveri, sceglie sé stesso, una nottata con l’amante nella sera di Halloween è preferita al girovagare per la città, il lavoro è al centro del suo universo. “Papà è sempre a lavoro” – confida la bambina alla madre.
Il cortometraggio continuerà a viaggiare, sarà presente in altri Festival, anticipa il regista, e data la produzione Rai probabilmente verrà trasmesso sul piccolo schermo.
Giorgia Persico
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