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Ancora frastornati dalla verve travolgente di Barbara Palombelli, siamo qui a commentare la quarta serata di Sanremo 2021, edizione che finalmente inizia a carburare, proprio ora che sta finendo.
Recensioni: Sì
La serata si apre con la finale dei giovani, che per la prima volta da che ho memoria consiste in quattro pezzi interessanti, senza una vera e propria pecora nera, senza un brano lagnoso. Vince il meno quotato Gaudiano, a riprova che va bene tutto ma sul palco si premiano i sentimenti. Al netto della quantità di persone in gara – ricordiamolo per i disattenti: 30 cantanti tra giovani e big – tutto procede spedito, i cantanti sembrano più ispirati e le canzoni iniziano a crescere. Poche stecche, molta più distensione da parte degli artisti in gara, almeno finché non compare il beniamino di questa edizione: Aiello. Sul brano ci siamo già espressi, la rete lo sta massacrando. Il consiglio che mi sento di dare – da autista – è: Aiello prenditi la patente D, che in Italia mancano e a trovar lavoro si fa presto. Per il resto ci sono pochissime sorprese, anche perché venerdì vota la sala stampa che, avendo ascoltato i brani già prima del Festival, parte con le idee chiare. Non sorprende quindi che Colapesce e Dimartino siano in vetta ai 26 e che Random annaspi in fondo al mucchio.
Recensioni: No
Il cringeometro si attiva però in ben tre momenti: il primo è il monologo di Barbara Palombelli. Una scarica di buoni sentimenti intervallati da canzoni storiche del Festival che non ha un inizio, non ha una fine e non ha uno svolgimento in itinere lineare né centrato. Ricorda un po’ la segreteria PD di Zingaretti, pavida e impacciata e interrotta prima che si arrivasse al punto. (Mario)
Era partita per fare un monologo sulle donne, è finita per fare un monologo su se stessa. Però, mi è stato utile: ho capito che nella vita non vorrei mai essere una Barbara Palombelli, con tutto il rispetto. (Sofia)
Gli altri due momenti francamente evitabili riguardano il mattatore di questa edizione, e vorrei porre l’accento su quanto le parole “mattatore” e “mattatoio” si assomiglino. Fiorello continua ad ucciderci la salute lanciandosi prima in un monologo sui peni degli animali, poi indossando la parrucca e, insieme ad Amadeus, interpretando “Siamo donne” di Sabrina Salerno e Jo Squillo. Dicendo di più tenderei a far prevalere l’humana pietas. Donne, perdonateli perché non sanno quello che fanno. Non siamo tutti così. (Mario)
Sono quattro giorni che mi chiedo perché, ma una risposta non c’è. Fiore e Ama sanno fare televisione. Sono proprio i contenuti a debordare continuamente in un eccesso che non ho capito a chi piace. Per dirla come Arisa: potevano fare di più. (Sofia)
Recensioni: Sempre peggio
Un piccolo problema di scaletta viene amplificato dall’ennesimo problema tecnico. Non so quale pazzo abbia potuto decidere di mettere nell’ordine Renga, Ermal Meta, Gio Evan e Bugo uno dopo l’altro. Se ciò non bastasse, il microfono di Francesco Renga non funziona, l’esibizione del bresciano viene ripetuta e lui per non influenzare il voto ci tiene a cantarla di merda esattamente come aveva fatto prima. Non vincerà il Festival ma se ci fosse un premio coerenza sarebbe tutto suo. Arrivano poi, come detto, Meta, Giò Evan, Bugo e gli avvocati cominciano a ripassare gli articoli dei codici che riguardano la tentata strage e l’attentato alla salute pubblica. (Mario)
Quanto narri è accaduto dopo l’una e venti. Lo confesso: dormivo. (Sofia)
Il voto della sala stampa incorona Colapesce e Dimartino, un primo posto che sa tanto di speranza e rinnovata fiducia nel genere umano ma che difficilmente riuscirà ad interrompere il regno di Ermal Meta, lanciatissimo verso la vittoria del Festival 2021, come se un’ecatombe sola non ci fosse bastata. (Mario)
La sala stampa è l’Alessandro Borghese del Festival. Sono critici musicali, hanno dozzine di anni di esperienza e conoscono Sanremo a memoria. Nel 2018, il sistema delle percentuali di voto, trovò d’accordo sala stampa e giuria d’esperti, i cui voti sommati, schiacciarono il 40% del televoto che pendeva per Ultimo, regalando la vittoria a Mahmood (peraltro comparso in gran forma durante la serata di ieri in cui è stato ospite). Col senno di poi, hanno avuto ragione. (Sofia)
Conclusioni: Forse
Questa sera, o meglio questa notte, tireremo le somme, avremo un vincitore e sapremo quale sarà il destino di Amadeus, protagonista assoluto di un’edizione che ha già perso undici punti di share rispetto all’anno scorso. Se va come la politica recente ci ha insegnato, non ci sarà un Ama-Ter ma un Festival tecnico con Mario Draghi alla conduzione e Arcuri valletto, che è l’unico incarico che non gli è stato ancora conferito. (Mario)
Sogno un Sanremo in cui la forza devastante dei Maneskin non venga bruscamente tramortita dall’arrivo di Barbara Palombelli sul palco. Un continuo wooow e poi anvedi, apperò, mo’ piango, dedicatemi questa canzone, ho voglia di sagra, non dico il buon gusto ma almeno il buon senso (Mai dire mai). (Sofia)
Mario Mucedola, Sofia D’Arrigo
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