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Il 2021 sarà ricordato come l’anno della ripartenza e – si spera – dell’uscita dalla pandemia. In Italia, però, sarà ricordato anche come un grande anno di sport, segnato da un’estate veramente storica per gli Azzurri. Tra tornei, preolimpici e competizioni continentali e mondiali, in queste settimane l’Italia sportiva ha infatti raggiunto traguardi importanti e a lungo cercati, regalando al nostro Paese gioie ed emozioni che mancavano da tempo. Ora l’attenzione è tutta alle Olimpiadi di Tokyo – in programma dal 23 luglio all’8 agosto –, a cui l’Italia si presenterà con grande entusiasmo e fiducia, e forte anche del record di atleti qualificati: saranno ben 383 gli Azzurri che parteciperanno ai Giochi, mai così tanti nella Storia.
In attesa di scoprire quali emozioni ci riserverà l’avventura in Giappone, ripercorriamo insieme alcuni dei grandi successi di questa nostra storica estate sportiva.
Iniziamo dal calcio: siamo campioni d’Europa!
Parlando di trionfi sportivi, non possiamo che partire dallo sport italiano per eccellenza. Come se ci fosse ancora bisogno di dirlo, domenica 11 luglio la Nazionale guidata da Roberto Mancini ha vinto gli Europei di calcio 2020 – posticipati al 2021 a causa del Covid-19 –, riportando a Roma un trofeo che mancava da 53 anni. È stata una serata ricca di emozioni in cui l’Italia, reduce da un ottimo torneo, è riuscita nell’impresa di battere ai rigori (4-3) l’Inghilterra padrona di casa, recuperando anche un iniziale svantaggio rimediato nei primi minuti di gioco.
A rendere davvero magica la serata di Wembley sono stati, però, i giocatori: una Squadra per cui la «S maiuscola» non ha nulla di retorico; un gruppo vero, unito e coeso che ha subito conquistato il cuore di milioni di tifosi, e non solo in Italia; un gruppo che al suo primo appuntamento importante si è fatto trovare pronto e concentrato, ottenendo una meritata vittoria che ha archiviato definitivamente i fallimenti degli ultimi anni e posto ottime basi per il futuro.
L’11 luglio, però, è stata una giornata storica anche sull’altra sponda del Tamigi
E questo grazie a Matteo Berrettini, tennista romano classe ’96 che domenica scorsa è diventato il primo italiano a disputare una finale di Wimbledon. Fino a pochi giorni fa, il nostro miglior risultato al torneo inglese risaliva al 1960, quando Nicola Pietrangeli raggiunse la semifinale, poi persa con Rod Laver. E bisogna tornare indietro di molti anni anche per trovare l’ultima partecipazione italiana alla finale di uno Slam maschile: l’anno era il 1976, e il tennista era Adriano Panatta, che in quell’occasione vinse il Roland Garros. Insomma, se sul fronte femminile negli ultimi anni erano già arrivate importanti vittorie e partecipazioni a finali di Slam – con Francesca Schiavone, Flavia Pennetta e Sara Errani –, sul fronte maschile era da tempo che l’Italia non raggiungeva palcoscenici così importanti.
Ad attendere Berrettini in finale c’era però Novak Djokovic, ad oggi il miglior tennista al mondo. Per il campione serbo, 34 anni e primo nel ranking mondiale, è stata la 30esima finale di Slam, e la settima a Wimbledon. In più, Djokovic si è presentato a Londra con cinque titoli Wimbledon alle spalle e avendo già vinto i due precedenti Open della stagione (gli Australian Open e il Roland Garros). In altre parole, arrivava da super favorito. E non ha deluso le aspettative: dopo 3 ore e 23 minuti e quattro set, infatti, Berrettini si è dovuto arrendere alla bravura del serbo, che ha così ottenuto il suo 20esimo Slam in carriera ed eguagliato le vittorie di Rafael Nadal e Roger Federer.
Ovviamente tutta Italia ha sperato in una storica vittoria di Berrettini, ma come ha detto lui stesso a fine partita la finale di Wimbledon «non è una fine, ma un inizio di carriera». Del resto, è un atleta molto giovane, ottavo nel ranking mondiale e con un brillante futuro davanti a sé. Inoltre, nonostante alcuni errori, a Londra ha dimostrato (ancora una volta) di poter competere ad alti livelli e tenere testa anche a campioni del calibro di Djokovic, che si è comunque dovuto sudare – e non poco – la vittoria di domenica scorsa. Per i titoli di Berrettini ci sarà tempo, e nulla vieta che grandi soddisfazioni arrivino già ai prossimi US Open di agosto – sempre che l’infortunio che lo ha purtroppo costretto a rinunciare ai Giochi a pochi giorni dalla partenza per Tokyo non gli impedisca di parteciparvi.
Staremo a vedere cosa accadrà. Certo è che fra lui e Jannik Sinner il tennis italiano non se la passa affatto male.
Si festeggia anche sotto canestro: il basket italiano torna alle Olimpiadi
E lo fa con ben due squadre: la nazionale femminile 3×3 e la nazionale maschile, entrambe vincitrici dei rispettivi preolimpici ed entrambe vittoriose in finali disputate in casa del proprio avversario – cosa che quest’anno, per le squadre italiane, sembra essere un po’ un’abitudine. Il ritorno alla competizione a Cinque Cerchi è stato la realizzazione di un sogno per l’intero movimento cestistico italiano, che da tempo ambiva a colmare un vuoto durato decenni: erano infatti 17 anni che la nostra pallacanestro non prendeva parte ai Giochi – le Olimpiadi erano quelle di Atene 2004, dove la Nazionale maschile conquistò una storica medaglia d’argento –, che salgono a 25 se guardiamo al basket femminile, la cui ultima partecipazione risale alle Olimpiadi di Atlanta del ‘96.
A spezzare la «maledizione» che ci ha tenuti a lungo lontani dai Giochi sono state le ragazze di coach Andrea Capobianco. La giornata storica è stata il 6 giugno: a Debrecen (Ungheria) le Azzurre del 3×3 hanno battuto per 12-13 proprio la squadra ungherese, e per di più con un tiro allo scadere di Rae Lin D’Alie che ci ha regalato la vittoria della partita, del preolimpico e dunque la qualificazione a Tokyo 2020, Giochi in cui per la prima volta il basket 3×3 figurerà tra le discipline olimpiche.
Le soddisfazioni dal fronte maschile sono arrivate invece nella serata del 4 luglio, quando gli Azzurri di Romeo Sacchetti hanno battuto per 102-95 la Serbia, padrona di casa e super favorita alla vittoria del torneo. La partita dell’Italia è stata praticamente perfetta: altissime percentuali al tiro, ottima difesa e gioco di squadra. Il tutto senza la presenza delle stelle della nostra Nazionale – Marco Belinelli, Gigi Datome e Danilo Gallinari – e nella bolgia dell’Aleksandar Nikolic Hall di Belgrado, il tempio della pallacanestro serba. Quanto mostrato a Belgrado fa ben sperare per l’avventura di Tokyo, dove gli Azzurri potranno contare anche sul talento e l’esperienza di Gallinari che, pur non avendo preso parte al preolimpico – la sua stagione NBA si è conclusa solo poche ore prima della palla a due di Italia-Serbia –, parteciperà alle Olimpiadi al posto di Awudu Abass.
Ma i successi degli Azzurri non finiscono qui
Sono ancora tanti i traguardi raggiunti dai nostri atleti nelle ultime settimane. Oltre a quelli fin qui riportati, ne citiamo solo pochi altri davvero degni di nota: abbiamo vinto gli Europei di softball, con un percorso netto di 11 vittorie e 0 sconfitte che ha regalato alla nostra Nazionale il suo dodicesimo titolo continentale; abbiamo avuto grandi soddisfazioni dai nostri atleti Under 23, che hanno stabilito il nuovo record italiano di medaglie agli Europei di atletica (13) e sono arrivati primi nel medagliere ai Mondiali di canottaggio (con 11 medaglie conquistate); infine, abbiamo ottenuto le ultime importanti qualificazioni a Tokyo 2020, come quelle del nuoto sincronizzato, del tiro con l’arco e di Vanessa Ferrari, che disputerà così la sua quarta Olimpiade in carriera, unica ginnasta italiana a riuscirci.
E l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo, ma il punto ormai è piuttosto chiaro: lo sport italiano sta vivendo davvero un momento magico, che merita di essere celebrato dando il giusto riconoscimento ad ogni disciplina e con l’auspicio che le imminenti Olimpiadi di Tokyo ci portino altrettante soddisfazioni.
Giulia Battista
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