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Un passo indietro: la vecchia Costituzione
La vecchia Costituzione del Cile è stata scritta dal regime militare di Augusto Pinochet, approvata l’11 settembre 1980. Il regime del Dittatore Pinochet si è impossessato del potere attraverso un colpo di stato nel 1973, governando a capo di un regime dittatoriale fino al 1990. In questo periodo si è reso responsabile di diversi crimini contro l’umanità. Il Cile pagò un prezzo altissimo, la democrazia venne restituita al popolo solo nel 1990. Prima di chiudersi definitivamente l’era della dittatura, i militari si imposero con la forza portando 3.508 omicidi, 2298 assassini e più di 1000 sparizioni.
La Carta è stata scritta da Jaime Guzman, ucciso, poi, nel 1991. In particolare ciò che si evince dal testo della costituzione del 1980, è la totale assenza di uno stato a salvaguardia del cittadino. Lo Stato, nei diversi articoli, cerca di demandare la gestione della cosa pubblica a enti privati, dicendo, però, che lo Stato stesso può entrare e compartecipare agli investimenti. La legge costituzionale recita così: “ Lo Stato ed i suoi organismi potranno sviluppare attività imprenditoriali o parteciparvi solo se una legge di quorum qualificato li autorizza”. Lo Stato diventa così un finanziatore di privati.
Le acque, ad esempio, stando alla vecchia Costituzione, sono esclusivamente un diritto privato. Il cittadino deve comprare l’acqua al di là del terreno in cui ci si trova.
La protesta che ha portato alla vittoria
Nella Costituzione cilena il referendum è una richiesta che può fare solo il Presidente della Repubblica. Il popolo non può assolutamente richiedere un della rigida Costituzione, motivo per cui le proteste continue hanno portato ad un referendum, ormai improrogabile, per il cambio della Costituzione.
La protesta finale è scoppiata il 18 ottobre del 2019 e la repressione è stata forte. Al governo presiede la destra di Sebastián Piñera, che più e più volte è stata accusata di avere rapporti con funzionari della vecchia dittatura di Pinochet. Piñera, dopo aver tentato di reprimere le manifestazioni, non ha potuto che confermare l’ormai evidente malcontento del popolo cileno. Il governo, però, ha cercato di proporre, prima una revisione parziale, e poi una componente mista per redigere la nuova costituzione. Tentativi che hanno trovato una netta bocciatura da parte del popolo
In Cile è tutto da ricostruire. Il paese vive, ancora oggi, sulla scia negativa creata dalla dittatura Pinochet; non c’è assistenzialismo, non c’è diritto allo studio, non si hanno università gratuite e di qualità. Il sistema dei trasporti è un sistema che non funziona. Il Cile è l’unico paese in cui la gestione della rete idrica è al 100% in mano esclusivamente a privati. Esercito e forze armate, infine, non sono democratiche.
La nuova Costituzione
Approvo, non approvo. Il popolo del Cile è stato chiamato a decidere se conservare o riformare totalmente la Costituzione. La vittoria è stata schiacciante. Con il 78,20% il Cile sarà il primo paese al mondo a riscrivere la propria Costituzione servendosi del popolo.
Il popolo cileno, ha deciso che la Costituzione che si andrà a scrivere, ex novo, dovrà essere redatta da uomini e donne, in egual numero di rappresentanza, che saranno totalmente estranei al mondo della politica e delle istituzioni. Questi rappresentanti popolari saranno scelti tramite elezioni l’11 aprile 2021. La costituente formata da 155 membri avrà un anno di tempo per scrivere la bozza della nuova Costituzione che, in un secondo momento, verrà di nuovo messa a referendum. Il compito dei centocinquantacinque è complesso. Andranno a riscrivere la struttura di supporto alla vita del popolo cileno che negli ultimi 50 anni ha conosciuto forti oppressioni di regime.
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