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Cinque perturbatori culturali da Broadway all’Indiana in una nuvola di lustrini. Così si presenta The prom, nuovo musical di Ryan Murphy, con Meryl Streep, James Corden, Andrew Rannells e Nicole Kidman. Rifacimento dell’omonimo musical del 2016, ci viene presentata una storia che tocca i sentimenti e un po’ di sfarzo, partendo da un fatto di cronaca.
“prendere nota: non essere gay in Indiana”
Accettarsi e accettare
I mali che più affliggono la nostra società possono essere curati con una canzone?
In una piccola cittadina di provincia dell’Indiana troviamo Emma, 17 anni, lesbica. La bigottissima associazione genitori vorrebbe impedirle di partecipare al ballo della scuola con un’accompagnatrice, ricordandole più volte quanto sia inaccettabile il suo orientamento sessuale. Intanto, a Broadway, Dee Dee, Barry e Angie si ritrovano a dover riscattare la loro immagine pubblica, perciò quale idea migliore se non aiutare Emma ad essere accettata dalla propria comunità?
In The prom l’unico nemico da sconfiggere è l’intolleranza. Il messaggio positivo è evidente anche se le vicende sono molto edulcorate, ingenue e banalizzate in una nuvola di lustrini. Nessuna pretesa di innovazione o realismo, almeno un invito alla riflessione. Se l’educazione impartita dai genitori alle nuove generazioni, di un mondo in continua evoluzione, sta cambiando, allora c’è speranza. Insegnare agli altri la comprensione e il rispetto è il primo passo nella direzione giusta.
Nonostante il tema L.G.B.T.Q.I.A.+ sia il cardine del film, non mancano anche considerazioni di altro tipo, come l’amore per lo spettacolo o la sofferenza scaturita passati dolorosi.
Tutti in scena!
Nel grande palcoscenico siamo tutti protagonisti. Per questo The prom è decisamente corale nella narrazione e il cast, ricco di prime donne, lascia trasparire con leggerezza questa coralità. Viene dato spazio a ciascuno dei personaggi con una canzone, analogamente a come succedeva in Glee. Anche il colore trova una sua ragion d’essere, tutt’altro che anonimo, in quanto viene sapientemente usato in modo armonico in ogni sequenza. Ryan Murphy -paladino nella lotta alla discriminazione- ci ha dimostrato già con Ratched di avere una particolare cura per la scelta cromatica e dei costumi di scena, anche in questo caso non è da meno.
Canzone dopo canzone, però, ci rendiamo conto che, in questa iniezione di buoni sentimenti, non sarebbe guastato qualche episodio grottesco e meno stereotipato.
“Cos’è che trovate nelle persone omosessuali di così terribilmente spaventoso?”
The prom nasce nell’America di Trump, dall’esigenza di alzare la voce di tutti coloro che sono stati discriminati e per paura si sono nascosti. L’ingegno creativo spesso nasce dalla tempesta.
Giulia Cerami
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