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Il 29 marzo, dopo sei giorni di paura e delirio, la nave Ever Given è stata disincagliata dal canale di Suez. Come dedotto dalle ricostruzioni, il cargo ha aumentato la velocità per gestire lo sbandamento causato dal vento, ma questo non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Con 400 metri di lunghezza e 200mila tonnellate di peso, è stato come spostare 240mila metri cubi di elefanti in 225 metri di canale. Come se non bastasse – le coincidenze in questa storia sono quasi al limite dell’assurdo –, Ever Given batte bandiera panamense.
Che cosa trasportava Ever Given?
Oggi il mondo è così globalizzato e iperconnesso che ci sembra folle pensare anche soltanto lontanamente di andare in vacanza in Cina o in America passando per l’oceano. Eppure, proprio perché il mondo è così globalizzato, è via mare che transita il 90% delle merci. Considerando quanto sia vasto il mercato, la scelta è abbastanza ovvia: un cargo come Ever Given – una delle portacontainer più grandi al mondo – può trasportare molte più cose in un viaggio solo di quante ne poteva caricare tutta la flotta inglese nel ‘500.
Il 10% del commercio marittimo mondiale transita attraverso Suez, quindi è facile immaginare l’effetto farfalla che l’incidente della nave Ever Given ha causato. Per giorni, decine e decine di imbarcazioni sono rimaste al largo in attesa di passare. Cisterne cariche di petrolio che avrebbero potuto far schizzare il prezzo alle stelle, navi provenienti dalla Cina che hanno trattenuto di tutto – dalle componenti elettroniche alle parti meccaniche, dai vestiti alle cose che ordiniamo online e di cui non immaginiamo l’odissea –, cargo più piccoli che trasportavano cibo.
La storia del canale di Suez
Cleopatra, fuggendo da Azio dopo essere stata sconfitta, cercò di scappare attraverso il canale di Suez, ma la sabbia l’aveva coperto ormai da tempo. Questa storiella, contenuta nella Vita di Marco Antonio di Plutarco, dimostra che un antenato del canale esisteva già in epoca antica.
Nel corso del tempo – dall’epoca imperiale fino all’VIII secolo – Suez venne ricostruito e distrutto più volte, ma dopo l’ultima demolizione fu abbandonato per sempre. Presumibilmente nessuno ne sentiva davvero il bisogno, dopotutto, nei trecento anni precedenti alla costruzione del moderno canale, gli europei riuscirono a commerciare, esplorare e colonizzare mezzo mondo senza l’ausilio di nessun passaggio. Gli inglesi, infatti – che della colonizzazione avevano fatto la loro fortuna e che temevano ripercussioni sui commerci –, tentarono più volte di boicottare il progetto. Lord Palmerston, forse dopo aver letto Plutarco, criticò il canale dicendo che la sabbia l’avrebbe coperto presto.
Nel 1799, durante la campagna d’Egitto, Napoleone ordinò alcuni rilievi preliminari per costruire un passaggio. L’ingegnere incaricato tuttavia, calcolò un dislivello fra le due sponde tale per cui il canale avrebbe dovuto avere un sistema di chiuse che scoraggiò tutti quanti. Qualche anno dopo, il francese Barthélemy Prosper Enfantin ci riprovò con altrettanto insuccesso.
Barthélemy era il “Padre supremo” della religione sansimoniana da lui fondata, e a trentasei anni fu incarcerato per sovversione e immoralità legate alla setta socialista. Con queste referenze, nel 1833 raggiunse l’Egitto per ricreare la sua religione e costruire il canale come unione fra due culture, ma un’epidemia di peste bloccò ogni cosa.
Proprio durante l’epidemia, però – le coincidenze non finiscono mai –, Ferdinand de Lesseps ebbe l’illuminazione. Questo politico e imprenditore francese, in qualità di viceconsole ad Alessandria, mentre Barthélemy predicava il progresso come unica salvezza dalla povertà, rimase in quarantena sulla nave ormeggiata al largo delle coste egiziane. Qui, imbattendosi per caso nelle memorie dell’ingegnere che aveva calcolato male il dislivello all’epoca di Napoleone, decise che ci avrebbe pensato lui. Il 17 novembre 1869, tenendo fede alla sua promessa, inaugurò in pompa magna il canale senza chiuse progettato dall’italiano Negrelli.
Il canale di Suez oggi e il “gigantismo navale”
Dopo l’inaugurazione di Suez – nel bene e nel male –, il mondo dei commerci cambiò. Le rotte si fecero più semplici, le navi a vapore diminuirono i tempi di viaggio, de Lesseps si appassionò così tanto ai canali che cominciò a sognare Panama, anche se morì prima di potersi dedicare a essi, le Nazioni cominciarono a contendersi il passaggio egiziano. Suez ha sconvolto la politica, ha sconvolto l’economia e ha sconvolto anche l’ambiente, infatti, le specie del Mar Rosso non sarebbero migrate nel Mediterraneo come invece hanno fatto.
Anche il mondo delle navi porta container è stato sconvolto dal canale. Le spedizioni più rapide permettono a navi sempre più grandi di caricare sempre più cose per risparmiare tempo e denaro. Di contro, aumentano considerevolmente i danni se a quell’unica nave che trasporta di tutto succede qualcosa e aumentano i disagi per gli altri visto che la scorciatoia è solo quella. Non bisogna dimenticare poi, che l’enormità di queste navi consente di contrabbandare droghe e merci illegali con molta facilità, perché è umanamente impossibile controllare tutti i container di tutti cargo.
Di fatto, il “gigantismo navale” si riduce a una questione costi e benefici.
Questa mappa interattiva visualizza in tempo reale tutte le navi sparse per il mondo:
Alessandro Mambelli
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