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Non c’è un momento preciso in cui gli esseri umani hanno cominciato a guardare il cielo in cerca di UFO – acronimo per Unidentified Flying Object –, ma di certo l’hanno fatto con insistenza dagli anni ’50 in poi. I motivi sono molteplici: la corsa allo spazio, il lancio dello Sputnik, film o fumetti pieni di invasioni aliene o supereroi precipitati da altri pianeti… Tutto contribuì a creare la “mania” per gli UFO.
L’incidente di Roswell e la “mania” per gli UFO
Una data di inizio potrebbe essere il 2 luglio 1947. Durante la notte, la ridente Roswell, New Mexico, fu scombussolata da un UFO schiantatosi poco fuori città. Nei primi rapporti si parlò di “disco volante”, poi fu chiarito che si trattava di un pallone sonda; quando la base aerea locale disse di non saperne niente, il danno divenne irreversibile: nel decennio successivo, complottisti e ufologi avrebbero reso Roswell immortale.
Nel ‘95, dopo anni di teorie – l’ufologo e fisico Stanton Friedman intervistò il maggior Marcel, e questi gli disse che Roswell era tutta una copertura per nascondere l’esplosione di un’astronave aliena e il ritrovamento di alcuni corpi –, l’aereonautica pubblicò un rapporto in cui spiegava che il pallone sonda faceva parte del progetto segreto Mogul, il cui scopo era sorvegliare le attività militari dell’Unione Sovietica. Anche se da allora la maggior parte degli UFO si sarebbe rivelata qualcosa di molto poco extraterrestre come droni o prototipi segreti, l’era degli avvistamenti alieni era cominciata.
Extraterrestre, portami via
Nel 1997, gli Stati Uniti lanciarono nello spazio il Voyager Golden Record, un disco per grammofono inciso con suoni e immagini della Terra per raccontare il nostro pianeta a qualsiasi forma di vita l’avesse trovato. Fra le tante cose, ci sono una canzone di Chuck Berry, saluti registrati in tantissime lingue e canti di balene. Il disco impiegherà 40.000 anni a raggiungere la prima stella; vista la distanza, il gesto è più che altro romantico – è improbabile che venga trovato da qualcuno –, ma sicuramente dimostra come il contatto con altre forme di vita abbia sempre affascinato gli esseri umani.
Secondo Jacques Vallée – matematico laureato alla Sorbona e ricercatore per la NASA –, gli avvistamenti UFO avvengono più spesso durante l’estate, fra il tramonto e l’alba. Vallée ha proposto un sistema di classificazione che aiuta a barcamenarsi fra i vari tipi di avvistamento – da “Volo ravvicinato” a “Manovre”, passando per “Incontro ravvicinato” –, e ad oggi è il metodo più utilizzato.
Il fatto che un matematico importante come Vallée abbia compilato un sistema di classificazione per gli UFO fa riflettere. Finché a denunciare gli avvistamenti sono appassionati senza troppe credenziali e spesso senza prove tangibili è un conto, ma quando sono i governi a pubblicare filmati, confermare avvistamenti e dichiarare di non avere la più pallida idea di cosa succede è tutto un altro paio di maniche.
Cosa sono gli UFO?
Nel 2017, l’associazione To the Stars Academy – fondata dall’ex cantante dei Blink 182 e ufologo Tom DeLonge – pubblicò tre video di avvistamenti UFO. La faccenda divenne seria quando il “New York Times” si occupò della storia scrivendo un articolo che parlava dell’Advanced Aerospace Threat Identification Program del Pentagono, ma fino all’anno scorso nessuno ci badò più di tanto. Ad aprile, però, il governo americano ha diffuso i video dicendo che effettivamente neanche loro hanno idea cosa sia quel puntino nero.
La maggior parte degli avvistamenti, naturalmente, è fatta da piloti militari o di linea. In Canada, negli ultimi anni, i contatti visivi sono stati tantissimi: nel 2005, quattro diversi piloti denunciarono lo stesso identico oggetto luminoso che virò bruscamente a mezz’aria; nel 2015, alcuni velivoli rilevarono un oggetto con una luce bianca al centro; nel 2019, l’equipaggio di un trasporto medico parlò di una luce intensa che li seguì per un tratto. Molti di questi avvistamenti sono consultabili liberamente dal CADORS, l’archivio digitale del dipartimento federale che si occupa di trasporti.
Come abbiamo visto, quando si parla di UFO non si tratta quasi mai di una navicella ostile che vuole distruggere il mondo o rapire qualcuno. Nonostante l’idea romantica dell’astronave che ci ha sempre affascinato, un oggetto volante non identificato può essere qualsiasi cosa – da tecnologia segreta a veicoli di spionaggio nemici. Com’è intuibile, il Pentagono è più interessato a queste ultime ipotesi.
L’anno scorso, le attività dell’Unidentified Aerial Phenomenon sono aumentate proprio in questo senso. Gli USA non hanno diffuso i video per ammettere che gli alieni esistono, ma per dire che forse qualche superpotenza straniera è in grado più di loro di mandare droni-spia sul suolo nemico. È probabile che molti degli avvistamenti canadesi fossero attività simili o effetti ottici, senza dimenticare che per diversi anni i droni sono stati così nuovi che tanti li scambiavano per UFO.
Ma gli alieni esistono?
Facciamo un giochino mentale. Supponiamo che buona parte delle stelle dell’Universo abbiano un sistema solare simile al nostro, con una decina di pianeti a distanza variabile dal centro; di questi, un paio si trovano in una fascia relativamente ottimale per la vita, ma non abbastanza per farla proliferare. Ipotizziamo che alcuni di loro abbiano un’atmosfera tossica – togliamoli –, o diciamo che altri sono continuamente bersagliati dai meteoriti – scartiamo pure questi –, ma anche così ne resterebbero decine e decine di miliardi. Probabilisticamente, è impossibile che su almeno uno di questi pianeti non ci sia la vita.
Una scorciatoia mentale che usiamo sempre è immaginare gli extraterrestri come ominidi verdi che usano dischi volanti, ma la vita assume tante forme: batteri, alghe, funghi… Anche se la preoccupazione dei governi rispetto agli UFO è di natura militare, non possiamo escludere che la vita fuori dalla Terra non esista solo perché si tratta di piante o animaletti. D’altro canto, come disse una volta Bill Watterson, “La prova più evidente che esistono altre forme di vita intelligenti nell’universo è che nessuna di esse ha mai provato a contattarci”.
Alessandro Mambelli
Bravo.