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Tra innovazione, religione e conservatorismo: tutti i diritti conquistati dal 2009 ad oggi
“Sono io il mio guardiano” gridavano le donne saudite sui social quattro anni fa. L’autonomia della persona è un diritto considerato spesso innato, ma questo discorso non vale per tutti. In Arabia Saudita vige il sistema del guardiano, noto come wilaya o wisaya, secondo cui ogni donna a prescindere dall’età dipende da un wali al-amr, un tutore legale. Inizialmente questo ruolo è rivestito dal padre, successivamente dal marito. Nel caso in cui rimanga vedova il guardiano diventa la figura maschile a lei più vicina, come il padre, il fratello o talvolta il figlio. Innumerevoli sono le restrizioni che tutt’oggi impediscono l’emancipazione femminile. Le donne sono costrette ad indossare il niqāb, spesso non hanno facoltà di scegliere chi sposare, non possono interagire liberamente con gli uomini, ricevono metà dell’eredità a cui hanno diritto i fratelli.
A fare da cornice a questa situazione c’è una realtà profondamente distopica, una società ossimorica in cui convivono da un lato tecnologie di ultima generazione e consumismo e, dall’altro, violazioni dei diritti umani.
L’ultimo traguardo
Dall’11 giugno 2021 le donne hanno raggiunto un importante risultato: possono vivere da sole senza il consenso del tutore. È stato abolito il paragrafo B dell’articolo 169 e sostituito da un emendamento che consente alle donne adulte di scegliere dove vivere. Questa legge è stata introdotta con una sentenza a favore della scrittrice saudita Maryam al Otaibi, secondo cui un tribunale ha stabilito che per “una donna adulta e razionale vivere in modo indipendente non è un crimine”. La donna aveva subìto più di 100 giorni di prigionia dopo essere stata denunciata dal padre perché aveva cercato di crearsi una vita indipendente, lasciando la casa e lavorando senza permesso. Con questa legge le detenute, una volta rilasciate, avranno la possibilità di non tornare dalla loro famiglia o dal loro “guardiano”.
È una decisione di portata epocale che, sebbene tardiva, svincola in parte le donne dal totale controllo dell’uomo.
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Le conquiste delle donne dal 2009
Quello della scorsa settimana è l’ultimo dei diritti ottenuti dalle donne saudite negli ultimi anni grazie, in particolare, all’impegno delle attiviste. Ma essere attivista in Arabia Saudita ha un prezzo, talvolta anche molto caro. Innumerevoli sono da sempre gli arresti, le accuse fuorvianti di terrorismo, i maltrattamenti, le torture, le violenze fisiche e sessuali. Dal 2009 ad oggi dalla timeline si evince che l’autonomia delle donne ha subìto una grande e progressiva evoluzione che, ci si augura, possa condurle ad una totale indipendenza. Passo dopo passo. Lotta dopo lotta.
Micol Maccario
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